Oltre a dischiudere innumerevoli possibilità, il mondo digitale cela insidie che si manifestano attraverso contenuti e azioni legali e illegali, potenzialmente pericolosi per i giovani, compromettendo la loro integrità psichica, fisica e sessuale.È imperativo che i genitori guidino i propri figli nei loro primi passi nel vasto universo di Internet.
È auspicabile un coinvolgimento attivo nelle attività dei bambini online e l'impiego di appropriati strumenti tecnologici di controllo. Inoltre, è cruciale che i genitori prestino attenzione al proprio comportamento mediatico, poiché i bambini tendono a imitare gli adulti che li circondano.
Ulteriori informazioni sulla promozione e il rafforzamento delle competenze mediali di bambini e giovani
La piattaforma Giovani e media aiuta genitori e professionisti nel fornire ai giovani un supporto competente nell’utilizzo dei media, a favore di un approccio sicuro e responsabile ai media digitali.
Flyer Giovani e media
Rischi e pericoli per bambini e giovani nello spazio digitale
Di seguito forniamo una spiegazione di vari termini e fenomeni, indicazioni su come proteggere i bambini e altre informazioni e offerte di assistenza:
Il termine «Sharenting», composto dalle parole «Sharing» (condivisione) e «Parent» (genitore), indica il crescente fenomeno dei genitori che pubblicano e condividono online le foto dei propri figli.
Benché possa sembrare allettante offrire uno scorcio sulla propria quotidianità e scoprire come gli altri affrontino le giornate e le diverse situazioni con i propri figli, rivelare troppi dettagli comporta rischi significativi. Si rifletta sul fatto che, una volta pubblicati i propri contenuti, il controllo su di essi viene irrimediabilmente perso. In merito alla condivisione e alla pubblicazione di fotografie e video di bambini e giovani, è imperativo osservare i seguenti principi:
Rispettare la privacy del bambino
I bambini dell’asilo sono già in grado di valutare se una foto è di loro gusto o meno e quelli delle scuole elementari non amano tutto ciò che piace ai genitori, mentre gli adolescenti non tardano a porre il veto sulla pubblicazione del loro volto, talvolta in modo risoluto. È opportuno chiedere il parere dei bambini tra i sei e i sette anni, indipendentemente dal fatto che le foto vengano messe a disposizione di un pubblico più o meno ampio. Naturalmente, anche l’opinione dei più piccoli deve essere rispettata.
Proteggere la privacy del bambino
È consigliabile impostare gli account dei social media in modalità «privata», per impedire a coloro che non sono follower di visualizzare foto e video, sebbene anche i follower possano acquisire e distribuire gli screenshot degli account privati. In sostanza, su Internet e nei social media non è possibile fare affidamento sulla sicurezza assoluta, tuttavia, un buon punto di partenza sarebbe quello di evitare di rivelare le informazioni personali dei giovani (nome, età, luogo di residenza, scuola e appartenenza ad associazioni).
Essere consapevoli dei pericoli e dei rischi
La trasmissione di immagini espone a innumerevoli rischi e pericoli, infatti, il materiale fotografico può essere modificato in modo inappropriato, utilizzato per creare profili falsi, perpetrare atti di bullismo o Cybergrooming, con un conseguente stress psicologico per bambini e giovani.
Maggiori informazioni sull’argomento sono disponibili su Pro Juventute e Protezione dell’infanzia Svizzera, dove è disponibile una checklist per la condivisione delle immagini.
Se più autori e/o autrici importunano, minacciano, umiliano o molestano intenzionalmente una persona in Internet o tramite smartphone per un tempo prolungato, si parla di Cybermobbing o cyberbullismo. In particolare, sono forme di Cybermobbing o cyberbullismo:
la diffusione di informazioni o voci false
la diffusione di foto e video imbarazzanti, falsificati, espliciti o pornografici
la creazione di profili falsi (dai contenuti offensivi)
gli insulti, le molestie, le minacce e i ricatti via e-mail e SMS, ecc.
la costituzione di «gruppi dell’odio», in cui si possono fare commenti negativi su singole persone, proprio come in un «libro degli ospiti».
I genitori dovrebbero aiutare i propri figli ad acquisire competenze sociali e mediatiche e parlare loro delle opportunità e dei pericoli di Internet, incoraggiarli ad aprirsi e spiegare loro che possono e devono confidarsi se vengono molestati sui social network o se notano che altre persone vengono importunate. È consigliabile affrontare la questione del cyberbullismo, anche se gli stessi adulti hanno competenze limitate nell’utilizzo delle nuove tecnologie.
Quando un bambino è vittima di cyberbullismo, i genitori dovrebbero discutere dell’accaduto con le figure di riferimento, l’insegnante e/o i servizi sociali della scuola. È fondamentale conservare le prove degli attacchi di cyberbullismo, acquisendo screenshot dei siti web e salvando chat, SMS, nomi degli utenti, ecc. Se gli attacchi di cyberbullismo non cessano dopo aver contattato le persone coinvolte e le rispettive figure di riferimento, è opportuno cercare un aiuto esterno, come un servizio di supporto per le vittime o uno sportello di consulenza per i giovani nel proprio Cantone di domicilio.
Ulteriori informazioni e assistenza sull’argomento sono disponibili sulle piattaforme Prevenzione Svizzera della Criminalità (PSC) e Giovani e media.
L’assistenza alle persone colpite è disponibile, ad esempio, presso i servizi cantonali di consulenza per i giovani o sulla piattaforma Aiuto alle vittime.
Il termine «Cybergrooming» è la forma abbreviata di «Sexual Child Grooming». Parliamo di Cybergrooming quando una persona adulta intrattiene contatti online con bambini e adolescenti che perdurano nel tempo, con l’intento di estorcere immagini e/o favori sessuali o di abusarne sessualmente.
Di solito, il fenomeno è caratterizzato da un adulto che manipola il minore, costruendo un rapporto di fiducia e di vicinanza, in modo che quest’ultimo avverta un senso di dipendenza emotiva. Spesso, gli adulti si nascondono dietro falsi profili e si fingono giovani per entrare più facilmente in contatto con bambini o adolescenti e adottano strategie mirate per conquistare la loro fiducia (ad es., fingono di avere gli stessi hobby e imitano lo stile linguistico) con l’obiettivo di ottenere foto e video dai contenuti sessuali.
I Groomer frequentano lo stesso mondo online di bambini e ragazzi: giochi online, social media e chat. Sextortion
In relazione al Cybergrooming, non sono rari i casi di Sextortion, in cui gli autori cercano di ottenere sempre più immagini di bambini e giovani, esercitando una forte pressione sulle proprie vittime e, ad es., ricattandole con immagini già in loro possesso.
Il termine «Sextortion» è composto da «Sex» (sesso) ed «Extortion» (estorsione). Il Sextortion è un metodo di estorsione ai danni di un individuo ricattato per mezzo di immagini e materiale video che lo ritraggono mentre compie atti sessuali (masturbazione) e/o ne rivelano le nudità.
Per proteggere i bambini dal Cybergrooming e dal Sextortion, è necessario evitare di condividere online i dati personali quali nome, età, scuola o appartenenza ad associazioni, in particolare sui social media. È consigliabile condividere online solo quanto verrebbe condiviso con gli estranei nella vita reale. I genitori dovrebbero spiegare ai propri figli la differenza tra profili pubblici e privati e, insieme a loro, controllare le impostazioni di privacy dei social network, per accertarsi che i profili con molte informazioni personali siano «privati», affinché solo gli amici e i follower approvati possano visualizzare quanto pubblicato o interagire con il bambino.
È importante parlare con i più giovani di fenomeni quali il Cybergrooming e il Sextortion e mettere in chiaro che non tutte le persone su Internet hanno buone intenzioni e che alcuni profili, compresi quelli di altri bambini, potrebbero essere falsi. I bambini dovrebbero prestare particolare attenzione alle richieste di contatto da parte degli estranei. Bisognerebbe insegnare i propri figli alcune strategie di difesa da utilizzare in caso di emergenza. Frasi come «Non voglio!» o «Ti denuncio!» possono avere un effetto deterrente.
Se un bambino è vittima di Cybergrooming e/o Sextortion, i genitori non devono in alcun modo incolparlo, piuttosto dovrebbero dimostrare di essere dalla sua parte. Essere vittime di violenza sessualizzata non è mai una colpa, né online né nella vita reale. Inoltre, i genitori non dovrebbero mai reagire alle richieste di invio di foto o denaro, piuttosto, a seguito di un incidente, dovrebbero informare immediatamente le forze dell’ordine e sporgere denuncia. Ulteriori informazioni e assistenza sull’argomento sono disponibili sulle piattaforme «Protezione dell’infanzia Svizzera (PSC)», «Click and Stop» e Prevenzione Svizzera della Criminalità.
Laddove necessario, Click and Stop fornisce anche una consulenza personale per telefono o tramite chat e modulo di contatto.
La legge svizzera vieta la trasmissione e la diffusione di immagini in cui la dignità umana venga gravemente violata.
In tale contesto, la legge svizzera designa diverse forme di pornografia, la cui detenzione e/o distribuzione è generalmente punibile.
Sono vietate le rappresentazioni pornografiche con bambini e giovani (di età inferiore ai 16 anni), con animali e quelle associate ad atti di violenza.
In Svizzera è vietata anche la trasmissione o la messa a disposizione di qualsiasi altra forma di pornografia (legale) a persone di età inferiore ai 16 anni.
È punibile anche il possesso e la trasmissione di materiale contenente atti di violenza crudeli senza riferimento alla pornografia (ad es. uccisioni).
Sunrise collabora a stretto contatto con le autorità competenti per bloccare l’accesso ai contenuti illegali nello spazio digitale, non appena vengono identificati.
Per combattere la diffusione di tali contenuti, è necessario evitare di acquisire screenshot e salvare, trasmettere o elaborare immagini e video illegali. Il possesso e la trasmissione di contenuti illegali sono vietati, così come la loro produzione. Inoltre, si consiglia di non farsi inviare foto e video per salvarli come prova sul cellulare.
Si raccomanda di contattare i centri di consulenza professionale e, se necessario, gli insegnanti, le autorità scolastiche competenti e le autorità di polizia cantonali.
È possibile segnalare in forma anonima le immagini o i video illegali tramite il modulo dell’ufficio federale di polizia svizzero (fedpol) o contattando l’organizzazione senza scopo di lucro Clickandstop.ch.